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La Biografia

Giulio Polotti

Giulio Polotti nasce a Milano da famiglia operaia il 25 luglio 1924.

È assunto a 14 anni come apprendista alla Pirelli. Frequentando i corsi serali consegue nel 1944 il diploma di ragioneria e diviene impiegato. Nel 1942 inizia la sua militanza antifascista nel Partito d’Azione. Tra il settembre 1943 e il 25 aprile 1945 è membro della commissione interna clandestina mentre aderisce alle Brigate Mazzini e tiene i rapporti tra le diverse formazioni della resistenza. Viene arrestato ma riesce a sfuggire alle rappresaglie dei fascisti. Riceve dal Comando Alleato e dal CLNAI il “certificato dì patriota” e la “qualifica di partigiano”. Nel luglio 1946 diviene presidente della Commissione interna della Pirelli, dove era stato eletto come rappresentante del Partito Repubblicano, a cui Polotti aveva aderito, ed entra nel Comitato Esecutivo della Camera Confederale del Lavoro di Milano. Ma la “guerra fredda” rompe l’unità della CGIL che era nata col Patto di Roma sottoscritto il 9 giugno 1944 da Giuseppe Di Vittorio, Achille Grandi ed Emilio Canevari, sei giorni dopo l’ assassinio di Bruno Buozzi che di quell’intesa era stato artefice e di cui sarebbe stato la guida più autorevole. Così nel 1948, su iniziativa della componente cattolica che abbandona la CGIL nasce la Libera CGIL che diventerà poi CISL e l’anno dopo se ne vanno dalla CGIL, ormai dominata dalla componente comunista, socialdemocratici e repubblicani.

Giulio Polotti si dimette dalla Camera del Lavoro il 28 maggio 1949 per dar vita prima alla FIL e poi partecipare alla costituzione della UIL il 5 marzo del 1950; nel frattempo viene rieletto nel 1951 alla commissione interna Pirelli. Il 14 dicembre 1952 Polotti diviene segretario della Camera Sindacale della UIL di Milano. Per Giulio e per la UIL sono gli anni più duri: alle difficoltà oggettive del paese che sta uscendo con fatica dal disastro della guerra, nei luoghi di lavoro si aggiunge l’ostilità aperta, se non il disprezzo dei militanti comunisti più ortodossi che giudicano i sindacalisti usciti dalla CGIL alla stregua di traditori, subalterni quando non asserviti agli interessi padronali. La stessa CISL, di chiara matrice cattolica, mal sopporta la presenza (e la concorrenza) di un sindacato di ispirazione laburista che rifiuta il progetto di dar vita ad un unico sindacato democratico, caldeggiato dalla AFL americana, dal governo di Washington e da una parte del mondo politico italiano per sconfiggere il disegno del PCI di egemonizzare la classe lavoratrice. Anche in questi anni di contrasti e di divisioni Polotti cerca di operare concretamente con spirito unitario. 1129 novembre 1953 è eletto segretario nazionale della UIL Chimici e lascia la Commissione Interna della Pirelli, per lavorare a tempo pieno nel sindacato. Il 19 luglio 1953 la UIL di Milano promuove una manifestazione di solidarietà con gli operai di Berlino, la cui protesta è stata repressa nel sangue dal regime comunista. Con Polotti partecipa Ugo Guido Mondolfo, direttore della “Critica Sociale”. Nel 1953 Giulio aderisce a Unità Popolare, il raggruppamento politico fondato dagli ex socialdemocratici Tristano Codignola e Piero Calamandrei, da alcuni dissidenti di sinistra del PRI, da Ferruccio Parri e da Giustizia e Libertà, un movimento che riecheggiava la memoria delle battaglie politiche dei Fratelli Rosselli promosso dallo scrittore Carlo Cassola, che si  opponeva alla legge elettorale maggioritaria. Quando nel 1955 Unità popolare si scioglie Polotti aderisce al PSDI.

In questi anni Giulio accompagna strettamente all’attività sindacale l’impegno politico. La sua azione sindacale si concentra sulla necessità di rafforzare allo stesso tempo l’ efficacia della contrattazione e la crescita industriale che comincia a misurarsi con l’introduzione di nuove tecnologie che richiedono una diversa organizzazione del lavoro. Nascono i Comitati Nazionali per la Produttività e Polotti partecipa con determinazione al dibattito. Un altro cavallo di battaglia è quello di dar vita, sulla scorta delle esperienze dei sindacati tedeschi e scandinavi, alle casse di resistenza per sostenere economicamente gli operai in sciopero. La proposta non passa perché Luciano Lama, allora segretario nazionale dei chimici CGIL, nel corso di un affollato contraddittorio nell955 alla Pirelli, proprio con Giulio Polotti, oppone un netto rifiuto. Durante il mese di novembre 1956 i Sovietici occupano l’Ungheria e cancellano il governo del comunista non ortodosso Imre Nagy. Nel dicembre 1956 la UIL e la CISL di Milano organizzano la raccolta di beni di prima necessità e di doni per i bimbi ungheresi e riescono ad ottenere i permessi per andare con una delegazione di operai italiani a distribuirli ai figli dei lavoratori in alcune fabbriche di Budapest. È il “Natale dei bambini ungheresi”. Giulio Polotti guida la delegazione come segretario della UIL di Milano. Nel marzo del 1958 Polotti lascia l’incarico di segretario nazionale dei chimici e rimane alla guida della Camera sindacale di Milano. Giulio Polotti entra a far parte del consiglio comunale di Milano nel 1964, con 2909 voti di preferenza, eletto nelle liste del PSDI di cui divenne capogruppo a Palazzo Marino. Negli anni successivi si impegna a ricostituire l’unificazione tra PSDI e PSI che si realizzerà il 30 ottobre 1966 dando vita al Partito Socialista Unificato che nel congresso del 1968 riprenderà il nome di PSI. 21 aprile 1967. Colpo di stato in Grecia ad opera dei “colonnelli”. I sindacati milanesi organizzano una grande manifestazione al teatro Lirico. Presiede Giulio Polotti, accanto a Melina Mercouri che,dopo la cacciata della Giunta militare, diventerà poi ministro della cultura nel governo democratico di Andrea Papandreu.

Nel 1967 Giulio organizza una mostra all’Arengario di Milano in ricordo di Giustizia e Libertà e dei fratelli Rosselli assassinati nel1937 in Francia. Vengono esposti al pubblico per la prima volta rari e preziosi documenti dell’antifascismo italiano in Francia, compresa la bandiera originale del movimento di Giustizia e Libertà. Il 30 maggio dell968 entra nel Consiglio di Amministrazione del Teatro alla Scala come rappresentante dei lavoratori dello spettacolo e vi rimarrà fino al 1977. Viene eletto alla Camera dei deputati nel giugno del 1968 nelle liste del Partito Socialista Unitario del Collegio Milano-Pavia con 14324 voti. Alla fine di ottobre 1969 si svolge a Rimini il 5° congresso confederale della UIL. Il dibattito è fortemente condizionato dalla scissione del PSI del5 luglio 1969. Polotti, che rimane nel PSI nonostante l’uscita dal partito della maggioranza della corrente che proveniva dal PSDI, svolge una importante funzione di mediazione e sostiene il principio che, per garantire l’unità della UIL, nessuna delle componenti possa avere la maggioranza assoluta. Italo Viglianesi viene eletto presidente della UIL mentre Ruggero Ravenna per i socialisti, Lino Ravecca per i socialdemocratici e Raffaele Vanni per i repubblicani, divengono segretari generali. Su proposta della UIL le organizzazioni sindacali di Milano proclamano lo sciopero il giorno dei funerali delle vittime del12 dicembre 1969 alla Banca dell’Agricoltura.  

L ‘autunno caldo e Il rapporto con i movimenti giovanili

 Polotti partecipa intensamente alla vita parlamentare. Presenta numerose ed importanti progetti di legge in materia previdenziale e assistenziale, per la costruzione di asili nido, libri gratuiti agli alunni delle scuole medie, sostegno agli istituti di ricerca sul cancro, divorzio e amnistia dopo l’autunno caldo. Sostiene ed approva la riforma delle pensioni e, il20 maggio del 1970, vota in via definitiva lo Statuto dei lavoratori. Di fronte alla decisione del sindacato di rendere incompatibili cariche politiche o elettive con quelle sindacali, Giulio Polotti sceglie di rimanere alla guida della UIL di Milano e si dimette da parlamentare cessando tale incarico il lO agosto 1970. Il 23 gennaio 1971 a Milano un gruppo di neofascisti assalta la sede della UIL di Milano e ferisce Silverio Pirraglia, un operaio della Lagomarsino. La sera stessa si tiene davanti alla sede UIL di Via Salvini una grande manifestazione di solidarietà conclusa dall’intervento di Giulio Polotti. Nel giugno 1971 Giulio Polotti presenta la raccolta ristampata dell’Avanti! clandestino 1943-45 al Circolo De Amicis con Gaetano Arfè, al tempo direttore dell’Avanti! e con Riccardo Lombardi, che era stato il Prefetto di Milano della Liberazione. Il dibattito serrato sull’unità sindacale alimenta profonde spaccature nella UIL e nella CISL. La presenza all’interno della UIL delle tre componenti politiche tradizionali, socialisti, socialdemocratici e repubblicani, che risentono anche dei rapporti conflittuali tra i diversi partiti, rischia di provocare una crisi interna irreparabile. Polotti coordina un gruppo di lavoro che prepara un documento di ricomposizione definito “patto associativo” che, accettato da tutte le componenti, salva l’unità dell’organizzazione. Su questa intesa politica il27 ottobre 1971 la UIL elegge segretario generale Raffaele Vanni.

Il ruolo positivo di Giulio Polotti come “costruttore” che crea e consolida rapporti fondati non solo sul rispetto reciproco, ma anche sulla convergenza di interessi comuni di natura strategica, risalta chiaramente in questa circostanza. In realtà Polotti è stato non solo uno dei fondatori, ma uno dei principali garanti della UIL. Pur non avendo mai fatto parte della segreteria confederale nazionale Giulio, anche per i suoi legami personali e politici con Italo Viglianesi, era una sorta di “segretario ombra” che lavorava dietro le quinte nei momenti decisivi per l’organizzazione. Così fu negli anni cinquanta quando difese l’autonomia della UIL opponendosi alla fusione con la CISL che era condivisa da una parte del Partito socialdemocratico e di quello repubblicano. Nello stesso tempo Polotti ricostruiva un rapporto di credibilità e di fiducia sia con la CISL che con la CGIL che vedevano in lui un elemento di coerenza e di continuità che, a partire dall’unità di azione, avrebbe potuto favorire soluzioni più avanzate. Del resto, la sua attenzione ai problemi dei lavoratori non era disgiunta dalla priorità di favorire la crescita economica e il rafforzamento delle imprese come garanzia dell’occupazione e del welfare. Questo atteggiamento faceva di lui un elemento essenziale nel rapporto tra sindacato e imprenditori nel contesto di una Milano che a quel tempo era il centro industriale più importante d’Italia. D’altra parte non si può dimenticare che proprio a Polotti la UIL affidò nei primi anni sessanta la costruzione del suo più importante strumento immobiliare e finanziario, la società Labor di cui Giulio fu fondatore e amministratore per molti anni. Da ricordare che Polotti avviò anche un rapporto con il sindacato tedesco DGB per favorire la diffusione di cooperative edilizie per costruire case per i lavoratori.

Il ruolo importante di Giulio nasceva certo dalla sua passione e dalla sua competenza, ma era fondato sulla sua credibilità e sulla fiducia di cui godeva nei confronti degli interlocutori. Giulio Polotti rimane tra i protagonisti del dibattito sull’unità sindacale che porterà a costituire nell972 la Federazione unitaria CGIL-CISL e UIL. Egli non era affatto convinto che esistessero le condizioni per realizzare un progetto di unità organica ma vedeva con grande favore il consolidamento anche formale dell’unità di azione. Anzi per il tesseramento è lui a suggerire la distribuzione a tutti gli iscritti di ciascuna confederazione “l’attestato unitario” che certifica il coinvolgimento di tutti gli iscritti nella scelta di Federazione Unitaria CGILCISL- UIL. Non minore attenzione è prestata da Polotti alle regole elettorali che si debbono applicare per costituire i consigli di fabbrica. Giulio è tra i più fieri oppositori del delegato unico di reparto, un criterio assimilabile a quella dei collegi uninominali, perché questa norma premiava le organizzazioni più forti e ridimensionava ulteriormente le minoranze. La sua battaglia ebbe successo e i delegati verranno eletti su più liste di organizzazione, votate da tutti i lavoratori, affermando così nel mondo del lavoro il principio della rappresentanza proporzionale. Nel 1973 Polotti viene confermato segretario della UIL di Milano e nel 1975 si candida al Comune di Milano e lascia l’incarico di Segretario della UIL di Milano a Loris Zaffra. Viene eletto con 3526 voti di preferenza. Sindaco è confermato Aldo Aniasi che nel 1976 viene eletto al parlamento e verrà designato Ministro della Sanità. Nuovo Sindaco è Carlo Tognoli e Giulio Polotti assume l’incarico di Assessore al Demanio e al Patrimonio. Bisogna amministrare tutti i beni immobiliari del Comune, ma soprattutto bisogna sottrarre alla speculazione privata centinaia di case della vecchia Milano nelle quali abitano artigiani, pensionati, piccoli commercianti. Sono migliaia le famiglie che corrono il rischio di essere disperse negli anonimi quartieri della periferia. Polotti guida e gestisce la paziente opera di risanamento dei vecchi edifici di proprietà comunale e nello stesso tempo realizza il piano di ricupero anche culturale dei quartieri centrali della città. I due obiettivi principali sono la costruzione della nuova sede del Piccolo Teatro al quartiere Garibaldi e la trasformazione di Palazzo reale in sede della Galleria d’arte moderna.

Come metodo di lavoro Polotti porta lo spirito e lo stile del movimento sindacale, chiedendo ogni giorno e su ogni problema la più ampia partecipazione. I risultati non tardano ad arrivare. Sono centinaia le organizzazioni di , base, associazioni, enti, singoli cittadini che accettano la sollecitazione della mobilitazione di tutte le energie in un clima di totale collaborazione. Il 30 settembre 1976 si forma una nuova maggioranza nella UIL che elegge segretario generale Giorgio Benvenuto. Nel maggio dell978 P o lotti assume la guida dell’Assessorato ai Lavori Pubblici, la macchina comunale più impegnativa. Ogni anno sono centinaia i cantieri che sorgono in città per realizzare opere e lavoro comunali. Bisogna soprattutto evitare perdite di tempo, rinvii, errori di programmazione per non accrescere i disagi dei cittadini e le spese per le casse municipali. Bisogna anche essere pronti per interventi straordinari, come nel caso della inagibilità di una parte delle tribune dello stadio di calcio Giuseppe Meazza, a San Siro, che minacciavano di crollare. Il massimo impegno è dedicato alla realizzazione di tre piani: il piano fogne e acqua potabile, il piano illuminazione e il piano “tombini”. Una parte delle strade dei quartieri periferici, corrispondenti grosso modo agli ex comuni della cintura (da Gorla a Lambrate, dal Ronchetto a Baggio ), non disponevano di una rete di fognature collegate a quella principale: il piano ha consentito di realizzare questo servizio essenziale che minacciava di creare gravi disagi alla cittadinanza. Così come il piano illuminazione ha tolto a Milano il primato di essere una delle città italiane più buie. Installando 80.000 nuovi impianti fluorescenti, in sostituzione di quelli incandescenti, la forza illuminante è aumentata di quasi il doppio, mentre il consumo di energia è diminuito di quasi un terzo. Il piano “tombini”, che a Milano sono oltre centomila, ha favorito anche il traffico cittadino. Bastavano infatti poche ore di pioggia per provocare il formarsi lungo i marciapiedi veri e propri “laghetti” mentre il transito delle auto causava non pochi disagi anche ai pedoni. La stessa amministrazione ha assunto maggiore efficienza.

Un’opera di grande prestigio è stata la sistemazione dei locali della Pinacoteca al Castello Sforzesco inaugurata il 24 aprile del 1980 dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. I milanesi possono nuovamente ammirare 280 tele di grandi Maestri che erano chiuse nei depositi del Castello. Nei sotterranei è stata realizzata una grande sala per riunioni, conferenze, mostre. La prima grande sala potrà anche essere raggiunta dai disabili. Il “colloquio” tra la città e Polotti si consolida attraverso la costante presenza di Polotti al microfono di Radio Meneghina, un ‘abitudine che anticipa l’uso intelligente dei media del tempo da parte di politici e amministratori pubblici. Ogni giorno si alimenta una fitta corrispondenza della Radio con semplici cittadini, come la Signora Enrica Montaldi, o con dirigenti di grande prestigio come il dottor Giuseppe Luraghi, (Presidente dell’Alfa Romeo o e poi della Mondadori) a cui l’Assessore risponde con puntualità e precisione. Giulio Polotti viene rieletto nel 1980 al Comune di Milano con 6577 voti di preferenza e confermato Assessore ai Lavori Pubblici. Rispondendo ad una domanda di Giorgio Bocca che lo intervista sui risultati delle elezioni, Umberto Dragone Assessore al Bilancio del Comune di Milano, propone il “caso Polotti”. Spiega Dragone che “quando Polotti diviene Assessore le strade di Milano sono un disastro, le banche hanno stretto il credito, non accettano più le obbligazioni del Comune, bisogna tagliare le spese. Ebbene Polotti capisce questo: se alla gente non puoi dare una cosa spiegale almeno il perché.

Polotti si è fatto tutte le strade disastrate, ha parlato alla gente e poi quando ha potuto ha fatto i lavori. E gli hanno dato una valanga di voti.” L’elemento essenziale delle scelte di politica amministrativa di Giulio Polotti è la qualità della vita. L’impegno principale è quello di rendere Milano più bella e soprattutto più vivibile. Interventi mirati la cui soluzione non era solo pensata e progettata ma era soprattutto programmata e realizzata. Ogni giorno si combatteva una battaglia sui grandi come sui piccoli fronti mentre la città comincia gradualmente a delineare una nuova identità … Viene ultimato il Teatro Fossati e si iniziano i lavori per la costruzione della nuova sede del Piccolo Teatro, due esempi di un vasto programma teso a proiettare Milano tra i grandi centri della cultura internazionale. L’impegno sociale di Giulio Polotti si conferma con la decisione di introdurre una regola fondamentale: tutti i progetti di nuove costruzioni che verranno presentati al Comune dovranno, per evitare di essere respinti, prevedere l’eliminazione delle barriere architettoniche e tale disposizione è estesa ai progetti di ristrutturazione e di manutenzione straordinaria. Nel mese di agosto anche il Sindaco va in vacanza e Giulio Polotti rimane in città ed è, come ricorda Carlo Tognoli ad una intervista al “Corriere della Sera” l’unico assessore reperibile 24 ore su 24. Gli viene attribuita la funzione del “Sindaco d’agosto” che consiste in una “delega generale” rilasciata dal Sindaco. Uno dei progetti più utili alla città era quello di impedire, nei casi grandi piogge, l’esondazione del Seveso che allaga alcuni quartieri di Milano. Viene progettato il deviatore Olona, importante opera di ingegneria idraulica che faceva parte di un vasto programma di riassetto e di tutela idrogeologica dei territorio milanese assieme ad una serie di importanti opere tra 19 cui: lo sgrigliatore del Seveso, il canale di gronda bassa ed il collegamento tra il Seveso ed il canale di viale Brianza.

La Milano che cambia e che si rinnova ha bisogno di idee e di uomini che decidano in tempo reale. Interventi diretti per la soluzione dei piccoli problemi oppure progetti di più vasta portata come quello di Piazza Kennedy, davano di Milano una immagine di efficienza al passo coi tempi. La rivoluzione tecnologica, per consentire la conoscenza del grado di attuazione di tutti i progetti delle opere pubbliche ‘del Comune è un importante passo in avanti verso una gestione trasparente della cosa pubblica ed un efficace via razionale utilizzo delle risorse finanziarie. N el 1982 l’Assessore P o lotti avvia una proficua collaborazione con il Tribunale di Milano dotando la giustizia di nuove strutture per servire meglio la città, un giornale lo definisce come “il politico più amato dai magistrati”. Nel settembre 1984 il Corriere della Sera dedica una lunga intervista a Giulio Polotti sul nuovo aspetto della città dopo i grandi lavori dell’estate. Lavori in città anche nell’agosto del 1985: per la cura del verde cittadino le piante non vengono tagliate ma ricollocate in altri luoghi. Confermato consigliere al Comune di Milano nel 1985 con 5249 voti di preferenza è designato Assessore al Personale e al Decentramento. Giulio Polotti si impegna con il sindacato per garantire un aumento di efficienza del lavoro dell’amministrazione comunale e, attraverso la contrattazione, introduce la “gratifica di qualità” per il personale dipendente. Il suo obiettivo principale è quello di migliorare la struttura organizzativa premiando i lavoratori meritevoli e ottenere risultati positivi per tutti i cittadini. Tognoli lascia la carica nel dicembre 1986. Nasce la maggioranza di sinistra, il nuovo Sindaco è Paolo Pillitteri. Giulio Polotti, eletto Capogruppo del PSI, pur non facendo più parte della Giunta, successivamente assume la delega del Sindaco alla Protezione Civile.

Polotti non si ripresenta alle elezioni comunali del 1990 ma nel giugno dello stesso anno viene designato da parte del Sindaco “Consigliere Delegato Speciale nei rapporti con il Palazzo di Giustizia”, incarico che manterrà sino al 1993. Nel1991 organizza a Milano la mostra per il centenario della “Critica Sociale”. Inaugura l’iniziativa il segretario del PSI Bettino Craxi. Nello stesso anno il Comune gli conferisce la medaglia d’oro di benemerenza civica. Il 24 febbraio del 1992 viene costituita a Milano l’Associazione denominata “Museo Garibaldi”, il presidente è Bettino Craxi, Giulio Polotti è vicepresidente e segretario generale, con lo scopo di realizzare il museo e di promuovere la conoscenza della persona e delle opere di Garibaldi e dell’influenza delle stesse nel campo delle discipline storiche, delle dottrine politiche, delle scienze sociali ed economiche specie con riferimento alla storia del risorgimento italiano. L’intenzione di Craxi è di donare al nuovo museo la sua ricca raccolta di cimeli garibaldini. Il giorno dopo Polotti chiede al Comune di Milano di concedere come sede e sale di esposizione del Museo i locali si ti al l o e al 2° piano sotterraneo dell’ex diurno dell’Arengario, allora una sorta di scantinato abbandonato e sporco (come raccontava l’Assessore Intiglietta) di cui l’Associazione si impegna a farsi carico delle spese una volta approvato il progetto di ristrutturazione. La giunta, presieduta dal Sindaco Borghini, approva all’unanimità la concessione il 23 giugno 1992. Purtroppo, le vicende politico-giudiziarie rendono irrealizzabile il progetto. Sarà lo stesso Polotti, nella sua veste di vicepresidente, il 24 novembre 1993 a rinunciare alla concessione.

Nel 1992, a seguito di un momento particolarmente difficile, il PSI di Milano viene affidato alla gestione commissariale straordinaria di Giuliano Amato che lascia poi l’incarico ad Ugo Intini. Giulio Polotti viene nominato garante del PSI e affianca il commissario straordinario, per garantire la regolarità del tesseramento in vista del congresso del PSI milanese. Il Sindaco Piero Borghini gli conferma, sempre ne11992, l’incarico di tenere i rapporti dell’Amministrazione comunale col Palazzo di Giustizia. Nel dicembre del 1992 Giulio Polotti costituisce la Fondazione Anna Kuliscioff raccogliendo nella sede di Via Vallazze 34 il suo immenso patrimonio documentario, librario, fotografico e si dedica a tempo pieno all’organizzazione dell’attività della Fondazione che viene riconosciuta prima dalla Regione Lombardia e successivamente nel1997 dal Ministero per i Beni Culturali. Giulio dà impulso ad una collana di volumi, intitolata “Le fonti del socialismo”, curando la pubblicazione del reprint “La Difesa delle Lavoratrici” (fondata nel1912 da un gruppo di donne iscritte al PSI, tra cui Anna Kuliscioff e Angelica Balabanoff), “L’Avvenire dei Lavoratori” (pubblicato a Zurigo nel 1944-45 e diretto da Ignazio Silone ), il Bollettino “Italia” (diffuso a Parigi da Filippo Turati nel1929-32 che viene riproposto con una introduzione del Presidente della Repubblica Sandro Pertini).

Negli anni precedenti Polotti aveva curato la pubblicazione delle “Edizioni clandestine de “l’Avanti!” del 1943-45, “L’edificazione socialista” (il giornale dei professionisti, tecnici e impiegati socialisti del 1943-45), L'”Avanti!” di Andrea Costa del 1881-84, la mostra antologica e documentaria “Critica Sociale 1891-1991 con la presentazione di Carlo Tognoli. Viene pubblicato anche un testo di Libero Cavalli, comandante partigiano e dirigente politico del PSI nel dopoguerra, “I giovani socialisti milanesi nella lotta di liberazione” con scritti scelti e testimonianze a cura di Giulio Polotti e di Stefano Merli. Per le Edizioni UIL cura anche il volume “UIL, dalla fondazione agli anni ’80”. Nel 1992 organizza al Palazzo dell’Arengario di Milano una Mostra per il centenario di costituzione del PSI. Nel novembre del 1993 Giulio Polotti è eletto per acclamazione dai delegati del V congresso Presidente Onorario della UIL Lombardia. 7 novembre 1994. Il premio Nobel della Pace Michail Gorbaciov tiene una conferenza a Milano, “Uno sguardo sul mondo d’oggi” su invito di CGIL-CISL e UIL. Gli viene consegnato come dono una copia del reprint “Difesa delle lavoratrici”. 1121 gennaio 1995 su “L’Unità” pubblica un articolo di Marina Morpurgo dal titolo: “Il socialismo salvato da Giulio – I risparmi dell’ex Assessore PSI P o lotti investiti in una importante raccolta di documenti e cimeli.” 1998 Giulio Polotti è in visita a San Pietroburgo come capo della delegazione dei sindacati lombardi CGIL-CISL e UIL. Al ritorno promuove una importante Mostra sui Gulag sovietici al Castello sforzesco di Milano. Giulio non mancava mai alla celebrazione dei quindici Martiri di Piazzale Loreto del 10 agosto del ’44, tra cui vi erano due suoi compagni di lavoro alla Pirelli, Eraldo Soncini e Libero Temolo. La sua ultima immagine lo ritrae nella partecipazione del 10 agosto 1998.

Muore a Milano il 30 marzo 1999 ed è sepolto nel Famedio del Cimitero Monumentale.

La Giunta del Sindaco Letizia Moratti dedica alla memoria di Giulio Polotti i Giardini di Piazza Aspromonte a Milano.