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Resistenza e Ricostruzione

L’antifascismo e la Resistenza sono le prime esperienze politiche con cui si misura Giulio Polotti: ra il 1943 3 il 1945 è membro della Commissione Interna clandestina della Pirelli, di cui sarà Presidente dopo la Liberazione. Aderisce alle Brigate partigiane Mazzini, viene arrestato nel Febbraio del 1945 e rinchiuso per 40 giorni nel carcere di San Vittore. Viene rilasciato grazie all’intervento di alcuni dirigenti dell’azienda, tra cui Giuseppe Luraghi, storico Presidente dell’Alfa Romeo.
Partecipa attivamente le azioni partigiane che preparano l’insurrezione del 25 aprile e, una volta liberata la città, si distingue per il suo impegno volto ad impedire atti di giustizia sommaria che potevano anche nascondere vendette personali.

La generazione di Giulio era uscita a prezzo di enormi sacrifici da uno spaventoso evento bellico mondiale, ma aveva riconquistato la libertà, dato vita con la Repubblica ad uno Stato democratico ed avviato la ricostruzione.
La guerra fredda tra l’occidente democratico e il fronte comunista guidato dall’URSS aveva provocato una frattura insanabile tra le forze politiche che avevano partecipato alla Resistenza. Le conseguenze si fecero sentire anche nel mondo del lavoro: la CGIL unitaria, costruita dalle forze antifasciste, fu attraversato da divisioni e lacerazioni profonde.

Particolarmente importante fu il contributo della componente laica (prevalentemente socialdemocratica e repubblicana), all’interno della quale si collocava Giulio Polotti, che rifiutò l’opzione del sindacato unico anticomunista, di matrice prevalentemente cattolica, caldeggiata dalla maggioranza del sindacalismo americano e sostenuta dalla Cisl, scegliendo di difendere il sindacato laico-socialista indipendente.

Fu così che nacque prima la FIL nel 1949 e poi la UIL nel 1950. Questa scelta, per nulla facile in un contesto radicalizzato come quello degli anni ’50, difese però con successo l’identità di un sindacato nitidamente democratico, che si poteva presentare come uno degli eredi legittimi sia della vecchia CGdL del socialista riformista Bruno Buozzi che della Resistenza, ma, che nello stesso tempo non faceva sconti ai comunisti, allineati agli interessi sovietici e portatori di un’ideologia totalitaria.
In quegli anni i valori della solidarietà internazionale del sindacalismo democratico furono ribaditi da alcune iniziative di Giulio Polotti a sostegno della rivolta di Berlino nel 1953 e, insieme alla CISL, con l’iniziativa del Natale dei bambini ungheresi dopo l’invasione sovietica del 1956.

In particolare UIL e CISL di Milano organizzano l’unica missione di solidarietà con i lavoratori ungheresi, che si reca a Budapest dopo che l’Armata Rossa ha invaso l’Ungheria e cancellato il legittimo governo di Imre Nagy. Giulio Polotti ricordava spesso con commozione l’incontro in una fabbrica per distribuire i regali per i bambini: gli operai, dopo un primo momento di diffidenza, si avvicinarono e sollevando la mano indicavano quanti figli avevano. Una signora sottovoce disse agli italiani: “Viva l’Italia! Viva la libertà!”

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